Citazioni

Alice nel Paese delle Meraviglie è una continua fonte di ispirazione e alcune delle nostre ricette sono nate proprio leggendo questo romanzo.
Se volete scoprirne di più leggete qui di seguito...Se invece volete leggere il romanzo vi consigliamo la traduzione del 1914 di Silvio Spaventa Filippi o, se ve la cavate con l'inglese, la versione digitale ideata da Peter Zelchenko.



Come lo Stregatto che scompare magicamente, anche la coda dello Stregatto scomparirà velocemente dal piatto! 


"- Vai oggi dalla Regina a giocare a croquet? — Sì, che ci andrei, — disse Alice, — ma non sono stata ancora invitata. — Mi rivedrai da lei, — disse il Gatto, e scomparve. Alice non se ne sorprese; si stava abituando a veder cose strane. Mentre guardava ancora il posto occupato dal Gatto, eccolo ricomparire di nuovo. — A proposito, che n’è successo del bambino? — disse il Gatto. —.Avevo dimenticato di domandartelo. — S’è trasformato in porcellino, — rispose Alice tranquillamente, come se la ricomparsa del Gatto fosse più che naturale. — Me l’ero figurato, — disse il Gatto, e svanì di nuovo. Alice aspettò un poco con la speranza di rivederlo, ma non ricomparve più, ed ella pochi istanti dopo prese la via dell’abitazione della Lepre di Marzo. "Di cappellai ne ho veduti tanti, — disse fra sè: — sarà più interessante la Lepre di Marzo. Ma siccome siamo nel mese di maggio, non sarà poi tanto matta... almeno sarà meno matta che in marzo". Mentre diceva così guardò in su, e vide di nuovo il Gatto, seduto sul ramo d’un albero. — Hai detto porcellino o porcellana? — domandò il Gatto. — Ho detto porcellino, — rispose Alice; — ma ti prego di non apparire e scomparire con tanta rapidità: mi fai girare il capo! — Hai ragione, — disse il Gatto; e questa volta svanì adagio adagio; cominciando con la fine della coda e finendo col ghigno, il quale rimase per qualche tempo sul ramo, dopo che tutto s’era dileguato." (cap. VI, Porco e Pepe)

Il Cappellaio Matto apprezzerebbe molto i nostri American Cookies con un buon tè. Non ci credete? Leggete qua sotto...

"Sotto un albero di rimpetto alla casa c’era una tavola apparecchiata. Vi prendevano il tè la Lepre di Marzo e il Cappellaio. Un Ghiro profondamente addormentato stava fra di loro, ed essi se ne servivano come se fosse stato un guanciale, poggiando su di lui i gomiti, e discorrendogli sulla testa. "Un gran disturbo per il Ghiro, — pensò Alice, — ma siccome dorme, immagino che non se ne importi nè punto, nè poco." La tavola era vasta, ma i tre stavano stretti tutti in un angolo: — Non c’è posto! Non c’è posto! — gridarono, vedendo Alice avvicinarsi. — C’è tanto posto! — disse Alice sdegnata, e si sdraiò in una gran poltrona, a un’estremità della tavola." (cap. VII, Un tè di matti)

Vi abbiamo detto che la Regina apprezzerebbe la ricetta I cioccolatini della Regina di Cuori. Ecco il perché...

"Un gran cespuglio di rose stava presso all'ingresso del giardino. Le rose germogliate erano bianche, ma v’erano lì intorno tre giardinieri occupati a dipingerle rosse. "È strano!" pensò Alice, e s’avvicinò per osservarli, e come fu loro accanto, sentì dire da uno: — Bada, Cinque! non mi schizzare la tua tinta addosso! — E che vuoi da me? — rispose Cinque in tono burbero. — Sette mi ha urtato il braccio. Sette lo guardò e disse: — Ma bene! Cinque dà sempre la colpa agli altri! — Tu faresti meglio a tacere! — disse Cinque. — Proprio ieri la Regina diceva che tu meriteresti di essere decapitato! — Perchè? — domandò il primo che aveva parlato. — Questo non ti riguarda, Due! — rispose Sette. Sì, che gli riguarda! — disse Cinque; — e glielo dirò io... perchè hai portato al cuoco bulbi di tulipani invece di cipolle. Sette scagliò lontano il pennello, e stava lì lì per dire: — Di tutte le cose le più ingiuste... — quando incontrò gli occhi di Alice e si mangiò il resto della frase. Gli altri similmente si misero a guardarla e le fecero tutti insieme una profonda riverenza. Volete gentilmente dirmi, — domandò Alice, con molta timidezza, — perchè state dipingendo quelle rose? Cinque e Sette non risposero, ma diedero uno sguardo a Due. Due disse allora sottovoce: — Perchè questo qui doveva essere un rosaio di rose rosse. Per isbaglio ne abbiamo piantato uno di rose bianche. Se la Regina se ne avvedesse, ci farebbe tagliare le teste a tutti." (cap. VIII, Il croquet della Regina)

La fretta del Bianconiglio in questo estratto ci ha ispirato la ricetta veloce Torta in tazza

"Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente: aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, — e a che serve un 
libro, pensò Alice, — senza dialoghi né figure?
E si domandava alla meglio, (perché la canicola l’aveva mezza assonnata e istupidita), se per il piacere di fare una ghirlanda di margherite mettesse conto di levarsi a raccogliere i fiori, quand’ecco un coniglio bianco dagli occhi rosei passarle accanto, quasi sfiorandola.
Non c’era troppo da meravigliarsene, né Alice pensò che fosse troppo strano sentir parlare il Coniglio, il quale diceva fra se: “Ohimè! ohimè! ho fatto tardi!” (quando in seguito ella se ne ricordò, s’accorse che avrebbe dovuto meravigliarsene, ma allora le sembrò una cosa naturalissima): ma quando il Coniglio trasse un orologio dal taschino della sottoveste e lo consultò, e si mise a scappare, Alice saltò in piedi pensando di non aver mai visto un coniglio con la sottoveste e il taschino, nè con un orologio da cavar fuori, e, ardente di curiosità, traversò il campo correndogli appresso e arrivò appena in tempo per vederlo entrare in una spaziosa conigliera sotto la siepe." (cap. I, Nella Conigliera


Ringraziamo bailulu per il divider.

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